Articolo pubblicato da “Efoplistis”
Giovanni Sasso
Articolo pubblicato da “Efoplistis”, rivista greca
“Le navi nascono, crescono, vivono e muoiono”
“Un Italiano amante delle navi che viene dalla Grecia o forse un Greco amante delle navi che vive in Italia”
Ghiannis Sasos o Giovanni Sasso? E’ indifferente perché è sempre lui, l’Italiano che ha disegnato decine di quadri, con navi di tutti i tipi, legate ai porti greci e italiani o che viaggiano nell’Adriatico.
Quando lo incontri la prima volta resti sorpreso perché parla greco e si presenta come “Ghiannis Sasos” . Perché? Da tre generazioni la sua famiglia e lui , viaggiano e vivono tra questi due paesi.
Profondo è il suo legame con la Grecia, con le sue genti, le sue tradizioni ed il suo mare che egli fissa nelle immagini ma anche nei concetti da lui espressi durante l’intervista a EFOPLISTIS:
…. “Per parlare dell’amore che mi lega alla Grecia, alla gente di mare ed alle navi servirebbero fiumi di parole, dovremmo tornare agli anni 50 quando, ancora bambino, correvo con gli amici dietro ad un cerchio, costruito col filo di ferro, sulle strade non asfaltate di una Patrasso del dopoguerra “.
Ovviamente, vista la mia grande passione per le navi, non potevano mancare frequenti visite al porto per vedere se vi erano nuovi arrivi o partenze.
Anche negli anni successivi in
Italia, quanti viaggi ho fatto da Milano a Genova per il piacere di trascorrere una giornata con le mie navi!
Ma cosa ha originato questa mia passione?
Nel 1870 i bisnonni paterni, italiani, si trasferirono in Grecia per motivi di lavoro.
Uno era scultore ebanista e fu invitato prima a Corfù poi a Patrasso per eseguire lavori in varie Chiese. Attività questa che lo impegnò per diversi anni. Mentre per l’altro bisnonno, che era pescatore, il trasferimento a Patrasso era determinato dall’esigenza di lavorare, con la sua barca, in mari più pescosi.
A Corfù nacque mia nonna Isabella, a Patrasso il nonno Giovanni; qui si sposarono e nel 1924, sempre a Patrasso venne al mondo mio padre Lorenzo.
Nel 1943, conobbe mia madre, Dionisia Metheniti, figlia di Demetrio Metheniti, imprenditore portuale, proprietario delle “Maunes” adibite al carico ed allo scarico delle navi che, obbligatoriamente, sostavano al largo poiché il porto di Patrasso era poco più di una spiaggia ed il traffico navale intensissimo, per via dell’esportazione della Stafida (uva sultanina).
Nel 1945 i miei genitori si sposarono; la guerra finì ma, purtroppo, il problema della conservata nazionalità italiana di mio padre, si trasformò in un dramma: espulsione dalla Grecia e confisca di tutti i beni.
Io sono nato a Bari, durante questo triste viaggio conclusosi a Milano.
Da qui ha inizio la mia vita con due patrie. La prima la vivo tutti i giorni, mentre la nostalgia per la seconda, la compenso come posso: col pensiero, con i viaggi in Grecia, con la pittura, con la musica, con le tradizioni familiari e la frequentazione di persone che, come me, vogliono tenere vivo l’uso della lingua parlata.
“Le opere di Giovanni Sasso sono realistiche quasi come fotografie”
Nonostante in azienda ricoprissi incarichi di responsabilità in ambito tecnico, ho sempre collaborato con Agenzie di pubblicità ed imprese produttive per la realizzazione illustrata di prototipi, eseguiti anche con tecnica aerografica, allo scopo di ottenere un risultato simile, il più possibile, ad una fotografia.
Nasce da qui il desiderio di raffigurare con particolare realismo i soggetti dei miei dipinti.
“E così ha realizzato una piccola Grecia nel Nord d’Italia?”
Credo, per quanto mi riguarda, di essere riuscito a creare una piccola isola greca nella mia casa di Milano, dove dipingo le mie amate navi ed i paesaggi greci a me tanto cari, ascolto la mia musica che va da Xarxàkos a Spanudàkis a Hatsidàkis. La mia collezione, inziata negli anni sessanta,mi fornisce la musica adatta a tutti gli stati d’animo e mi aiuta a far “volare” i pensieri.